Le attività di Link Building sono lecite o meno?

Link Building, ovvero la costruzione di un profilo di collegamenti atta a migliorare il posizionamento sui motori di ricerca: si tratta di un’attività lecita? Federica mi ha posto questo dubbio. 

Andiamo a vedere come si fa Link Building ancora oggi (e ancora valida) per capire il funzionamento di una delle attività SEO più chiacchierate.

Google, da linee guida, NON vuole e depreca le attività artificiali di costruzione dei link, passabili di penalizzazione. In soldoni, vuole  che ti guadagni (Link Earning) i tuoi collegamenti.

Ora, senza voler fare terrorismo psicologico, questo è “come dovrebbe essere”: ogni SERP (search engine result page – pagina dei risultati di ricerca) è una competizione a sé e gli attori di ogni segmento di mercato si muovono in modo differente.

Ciò vuol dire che una SERP su un settore borderline come quello dei “compro oro” sarà diversa da quella riguardante gli “preventivo notaio” o le “macchine agricole” con difficoltà diverse nel ricevere link naturali, fra l’altro.

Tool come Majestic SEO, free per l’analisi del proprio sito mentre è a pagamento per quella dei competitor, ti permettono di studiare il profilo dei link del sito che stai monitorando.

Nel corso della tua attività noterai come nelle SERP più competitive, le attività di Link Building sono assai diffuse a dispetto delle linee guida di Google: per dirla alla romana, “il più pulito ha la rogna” e il motore di ricerca virtualmente dovrebbe penalizzare tutti.

Mi preme inoltre sottolineare che, a mio modesto avviso, bisognerebbe parlare di Link Building deprecata da Google e non poco etica. Una Inc. non può definire cosa è etico o meno, piuttosto tracciare i confini di cosa gradisce entro il proprio contenitore.

Per dirla con Immanuel Kant “La legge morale dentro di me, il logo di Google sopra le SERP”.

Ti illustro qui tre modi di fare Link Building piuttosto standard, che nel video ho definito del tutto sicuri. Ad oggi, almeno – il domani della Search è nelle mani di Google Inc. e del suo motore di ricerca.

1. PBN (Private Blog Network)

Soprattutto dopo filtri come Penguin le attività di Article Marketing o diffusione di comunicati stampa con un link sono a rischio. L’idea (non originale) ma un po’ più smart è quella di creare dei portali privati e sotto il proprio assoluto controllo per la Link Building.

Se ci fossero problemi/segnalazioni con questi collegamenti, si possono sempre rimuovere autonomamente e non dovendo contattare webmaster terzi.

Ritengo si tratti della base per fare Link Building oggi, possibile che Google domani attivi dei filtri particolari ma se posso darti dei consigli ulteriori, ti consiglio di curare i tuoi portali privati come se fossero veri e propri siti editoriali quindi:

  • Non esagerando con i contenuti che linkano verso l’esterno.
  • Non registrando i domini con lo stesso intestatario.
  • Non ospitando i siti sullo stesso IP o vicini.

A onor di cronaca, nell’esempio che ti ho fatto a video, ora dismesso, ho ignorato totalmente queste buone regole. Eppure (fortuna o SERP particolarmente competitiva lato Link Building) il cliente non ha mai ricevuto penalizzazioni.

Nel momento in cui ti scrivo, si sta tarando meglio il PBN con le best practices di cui sopra.

2. Alzare la cornetta e fare PR (non Page Rank)

In certi settori è necessario fare Public Relations per ricevere dei collegamenti di qualità: ho applicato questa tecnica per lo stesso cliente del caso studio PBN sia per differenziare il profilo dei link, sia perché è un’attività che mi pare non facciano in molti.

Sentire il giornalista di turno della testata autorevole per inserire un articolo con un link pesante. Si tratta di un pubbli-redazionale (altra tecnica teoricamente sgradita a Google)? Si tratta di una marketta? Chiamala come vuoi ma finché il motore di ricerca non è in grado di analizzare il nostro conto corrente non può mai sapere se si tratta di un link spontaneo o meno, ovviamente se il contenuto è ben scritto e giustificato.

3. Content Marketing a tutto GAS

Ultima buona pratica più in linea con i White Hat ovvero la creazione di quelli che chiamo GAS (Gorgeous Assets Sharing) ovvero contenuti fantastici da condividere e di conseguenza linkare. Più Earning che Building, invero.

Si tratta di un’attività rivolta più agli addetti ai lavori di un settore – in quello autoreferenziale del Marketing funziona maledettamente bene – e coinvolge tutta una serie di competenze che richiedono investimento e fiducia. 

Come hai visto la Link Building si presta a varie interpretazioni e strategie il cui unico limite sono gli investimenti, le tempistiche e la lungimiranza. Rimango dell’idea che non bisogna porsi limiti e sperimentare, ben sapendo che quello che funziona oggi non è detto che domani sia ancora valido.

Todo modo para buscar la voluntad divina per dirla con i Gesuiti.

E tu come fai Link Building?

Benedetto Motisi
Benedetto Motisi
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